Stufe a basso consumo energetico: uno sguardo ai consigli degli esperti

Quest’anno, in virtù della problematica carovita e delle enormi difficoltà nel completare l’approvvigionamento energetico, le famiglie italiane sembrano fare fatica nell’individuare una soluzione alla questione energetica.

Considerando gli aumenti repentini del prezzo del gas e gli eccessivi costi per l’acquisto di alcune materie prime, saliti praticamente alle stelle, non si arrestano quegli interrogativi, rivolti dalle famiglie italiane agli esperti della componente energia.

Sono tanti a chiedere, spesso con una moderata insistenza, se le stufe elettriche si possano considerare una valida alternativa agli energivori impianti a gas.

Domande del tipo “quanto consuma una stufetta elettrica?” si possono ritenere all’ordine del giorno, dando un’occhiata alle ricerche eseguite in rete negli ultimi mesi.

In un contesto così complesso, l’obiettivo della guida odierna diventa quello di riassumere i consigli divulgati dagli esperti della componente energia.

L’obiettivo della nostra guida è quello di fornire una chiara risposta a delle domande come “quanto consuma una stufetta elettrica?” o “quale consuma di meno?”

Cos’è una stufa a basso consumo energetico?

Prima di discutere dei consumi da sostenere, facendo persino dei confronti tra le stufe in commercio, è d’obbligo specificare cosa davvero sia una stufa a basso consumo energetico.

La stufa a basso consumo energetico si contraddistingue per la presenza di tre importanti elementi: un regolatore della potenza, un timer e l’inserimento di un proprio termostato.

Come avviene per le caldaie e per i forni da cucina, il regolatore della potenza agisce sulla quantità di calore emanato dalla stufa elettrica. Quando l’ambiente di casa si fa caldo, piacevole ed accogliente, il consiglio degli esperti è ovviamente quello di abbassare la temperatura e d’iniziare a risparmiare.

Il timer della stufa elettrica è di grande aiuto, in quanto consente di programmare sia l’accensione che lo spegnimento. Senz’alcun dubbio, la fissazione di un intervallo temporale può contribuire alla netta riduzione degli sprechi energetici.

Addirittura, le stufette elettriche di ultima generazione si possono programmare a distanza, regalandoti il dolce piacere di una casa calda al tuo arrivo.

Infine, merita di essere citata l’aggiunta alle stufe elettriche di un termostato, di uno speciale dispositivo progettato per il controllo della temperatura in tempo reale.

Grazie all’installazione del termostato, la stufetta imparerà a reagire in maniera intelligente alle variazioni della temperatura interna, spegnendosi raggiunti quei gradi impostati e riattivandosi, in autonomia, al di sotto di una soglia fissa.

Un focus sulle classi energetiche delle stufe elettriche

Al momento dell’acquisto di stufette a basso consumo energetico, insieme allo specifico funzionamento delle stufette, andrà sempre considerata la classe energetica dei dispositivi.

A parere degli esperti, l’ideale sarebbe una stufa elettrica di classe A. In effetti, le stufe elettriche di classe A hanno il vantaggio di poter scaldare un soggiorno o una camera da letto in poco tempo, tagliando contemporaneamente gli ordinari consumi del 40%.

In genere, le stufe elettriche di classe superiore conservano una potenza di 1200 Watt e consumano all’incirca 120 kWh al mese. Facendo due conti in tasca, una simile cifra equivale a circa 10/15 euro in più sulle bollette della componente luce.

Chi voglia risparmiare sul prezzo d’acquisto di stufette super efficienti, potrà puntare su dei modelli di classe B. Va detto che i modelli di classe B hanno una potenza di quasi 2000 Watt, la quale tende ad accrescere i consumi energetici, senza però apportare dei benefici in termini di diffusione del grande calore sprigionato.

Come osservato nel precedente articolo https://www.vestocasa.it/classe-energetica-elettrodomestici/ l’assegnazione della classe energetica ai diversi elettrodomestici dipenderà dal rapporto generatosi fra la potenza termica ed i consumi effettivi.

A seguito della direttiva europea del 1° marzo 2021, le nuove classi energetiche seguono un chiaro elenco che va dalla lettera G fino alla lettera A. Quest’ultima è riservata soltanto a quegli elettrodomestici con i consumi al minimo.

Il rapporto tra la metratura interna e le stufe elettriche

Da diversi anni, gli esperti nella materia energia invitano le famiglie e le aziende italiane a considerare anche la metratura interna dei locali da scaldare.

In particolare, le valutazioni, con espresso riguardo ai metri quadri degli immobili, permetteranno di non correre l’inutile rischio di stufe dalla potenza insufficiente, evitando così l’esecuzione di cambi o di sostituzioni, nel giro di un paio di mesi dall’acquisto.

Affinché il lettore acquisisca la massima chiarezza su di un tema tanto importante, si ritiene essenziale procedere all’esame di alcuni parametri standard:

Quali consumano meno? Il confronto con le stufe alogene

Quale consuma di meno? È una delle domande più digitate sui principali motori di ricerca. La sensazione è che il bisogno di confrontare le stufe alogene con le stufe elettriche sia diventato una sorta di passaggio obbligato.

Oltre ad essere una difficile impresa la ricerca di stufette alogene a basso consumo, il loro tradizionale funzionamento le rende poco efficienti in quanto utilizzano 200-250 kWh per scaldare delle stanze dalle dimensioni ridotte.

Al contrario, come è stato osservato da un nutrito gruppo di esperti, le stufe elettriche a risparmio energetico sono capaci di giungere ai risultati di un modello alogeno, tagliando però gli ordinari consumi del 35-40%.

In definitiva, l’ago della bilancia pende, in maniera netta, in favore delle nuove stufe elettriche a basso consumo energetico. L’unico punto in favore delle stufette alogene lo segna il prezzo, il quale resta ancora alla portata dei più.

Quali consumano meno? Il confronto con i termoventilatori

L’ultimo argomento della guida odierna è diretto ad un confronto fra le recenti innovazioni tecnologiche e le stufe elettriche a risparmio energetico. Tra le novità di maggior interesse, una menzione la meritano i termoventilatori. Si tratta di dispositivi in grado di produrre calore, tramite la continua rotazione di una ventola.

La continua rotazione della ventola richiede un importante contributo d’energia elettrica, stimato in 2 kWh per 4 ore di utilizzo. I termoventilatori possono generare un calore intenso ma, sfortunatamente, riescono a scaldare solo i bagni di servizio e le stanze piccole come l’ingresso.

In conclusione, per chi magari abbia l’esigenza di scaldare la camera da letto matrimoniale o il soggiorno di casa, gli esperti d’energia consigliano delle stufe elettriche a basso consumo energetico, da 2200 Watt di potenza.

Di fatti, tenendo attive le stufe elettriche soltanto in serata, il consumo ordinario di questi dispositivi sarà meno di 1 kWh, coincidente con un aumento di 10/15 euro, a bimestre, sulla bolletta luce.  

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