Piante di cannabis, si possono coltivare legalmente?

Nel nostro Paese la coltivazione di piante di cannabis è consentita, e così pure la loro detenzione, a patto che si tratti di non più di 4 piante in totale. A prevederlo è il disegno di legge attraverso il quale vengono previste delle modifiche al Testo unico sugli stupefacenti che ha ricevuto l’approvazione in commissione Giustizia alla Camera e in attesa di essere esaminato dall’Aula. Sono stati modificati, inoltre, diversi passaggi che riguardano il sistema sanzionatorio nella sua totalità, con riferimento fra l’altro all’associazione criminale. Infatti, è stato introdotto per la prima volta un range che va da un minimo di 8 anni a un massimo di 15 anni.

Che cosa cambia con il nuovo disegno di legge

Un altro degli elementi qualificanti di questo disegno di legge ha a che fare con gli effetti della lieve entità per la cessione, l’acquisto e la produzione di stupefacenti. In più, sono state rese più severe le misure correlate all’abbandono di siringhe. Uno degli interventi più importanti è quello finalizzato a fare in modo che la coltivazione e la detenzione per uso personale e in forma individuale non comportino sanzioni né dal punto di vista amministrativo né dal punto di vista penale, a patto che si tratti al massimo di quattro piante femmine di cannabis in grado di produrre la sostanza stupefacente. Superata la soglia di quattro piante, si può ritenere l’uso personale, e si avrà a che fare con una sanzione di tipo amministrativo nel caso in cui la coltivazione di cannabis in casa sia caratterizzata dall’adozione di tecniche rudimentali, da dimensioni piccole e da un numero di piante di cannabis ridotto, per quanto maggiore di quattro. È fondamentale, inoltre, l’assenza di indici di riferimento all’interno del mercato degli stupefacenti.

Punizioni e sanzioni

Il Testo unico è stato modificato anche nel punto in cui vengono punite la vendita e la commercializzazione delle droghe pesanti, indicate dalle tabelle I e III, con un periodo di reclusione compreso fra 8 e 22 anni e una multa che va da un minimo di 25.822 euro a un massimo di 309.874 euro, se tali attività vengono svolte da un soggetto autorizzato. Si è intervenuti, infatti, sulle misure punitive: la pena detentiva massima è stata ridotta di 2 anni, passando da 22 a 20, mentre la pena economica minima è stata innalzata da 25.822 euro a 31.000 euro e quella massima è stata diminuite da 309.874 euro a 301.000 euro.

Le droghe leggere

Se le attività illecite di commercializzazione e di vendita delle droghe leggere, così come indicate dalla tabella II e dalla tabella IV, sono svolte da un soggetto autorizzato, si prevede una multa che può andare da un minimo di 15.000 euro a un massimo di 150.000 euro, mentre il periodo di reclusione è compreso fra i 3 e gli 8 anni. Stiamo parlando di un incremento della pena molto consistente, visto che in precedenza la multa era compresa tra 5.164 euro e 77.468 euro, mentre la reclusione era almeno di 2 anni e non superiore a 6. A proposito della normativa precedente, va specificato che essa non prevedeva alcuna distinzione fra gli stupefacenti, il che comportava che anche ai fatti di entità lieve si applicasse la pena di una multa compresa tra 1.032 euro e 10.329 euro, con reclusione compresa tra i 6 mesi e i 4 anni. Invece adesso il disegno di legge prevede una distinzione fra le droghe leggere e le droghe pesanti, con limiti più bassi dei precedenti unicamente per le droghe leggere, una multa fino a 2.000 euro e un periodo di reclusione compreso tra i 2 mesi e i 2 anni.